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Riunione FIP Sicilia-società: entro il 30 si decide

Si è tenuta ieri sera la riunione tra i rappresentanti della società siciliane, principalmente di Serie C Silver, e la presidentessa FIP SiciliaCristina Correnti. Bisogna infatti decidere le modalità della ripartenza dopo il comunicato della Fip nazionale che ha fatto seguito alla richiesta di promuovere a interesse nazionale i campionati di C, B/F ed Eccellenza giovanile, accolta dal Coni.

La massima serie regionale è al momento spaccata: da un primo sondaggio, la metà delle 16 società è disposta a ripartire e la metà no, ma entrambi gli “schieramenti” si sono espressi con riserve. Si aspetta infatti il dpcm del Governo, che dovrebbe essere pubblicato venerdì, sulle norme per il contenimento della pandemia dopo il 15 gennaio. In conseguenza delle decisioni da Roma, alcune società sono pronte a ricominciare gli allenamenti già da lunedì in vista di una ripartenza che dovrà avvenire entro il 7 marzo. Tra le società catanesi, al momento Cus Catania, Gravina e Giarre si sono espresse per il sì, l’Alfa è con riserva, in attesa di capire se la curva dei contagi si abbasserà, mentre Acireale al momento è sul fronte del “no”.

Proprio per questo, la riunione è stata aggiornata al 30 gennaio; entro quella data, le società dovranno decidere se confermare la partecipazione alla Serie C Silver o meno. In caso negativo, bisognerà capire se si perderà il titolo sportivo e si ripartirà dalla D nel 2021-’22.

«C’è voglia di ripartire – scrive la presidentessa Correnti in una nota – ma anche tanta preoccupazione legata alla situazione pandemica. Su 16 società di C Silver il 50% è per la ripartenza. La problematica emersa è quella della retrocessione delle squadre che non confermino l’iscrizione, e su questo punto, almeno fino a ieri tutte le società erano concordi nel non ritenerla giusta in quanto la rinuncia al campionato non sarebbe dovuta a volontà propria ma ad un evento eccezionale quale la pandemia COVID-19. Restiamo in attesa delle determinazioni del massimo organo federale. Il mio personale parere è che non è facile gestire la situazione in questa condizione di incertezza nella quale , all’interno di una stessa regione, o addirittura di una stessa provincia ci sono visioni completamente opposte. Appare pertanto complicato che venga assunta una decisione che riscontri il gradimento di tutti».

Chiaramente, i dubbi più grossi riguardano i costi (gonfiati dal probabile obbligo di fare i tamponi) e la disponibilità dei giocatori, sia locali che non, che dovrebbero tornare per prepararsi all’inizio del torneo, comunque con tempi ridotti di precampionato. Tra le questioni emerse, c’è anche da considerare la responsabilità penale dei presidenti e la disponibilità degli impianti, ad oggi ancora ufficialmente chiusi.

Si è parlato anche di femminile: pare che verrà proposto alle squadre di Serie C di iscriversi in Serie B per far partire anche la massima serie regionale.

Roberto Quartarone